Francia, dal 1° luglio stangata fiscale sul gioco online: tassazione al 67,4%


Dal 1° luglio 2025 è entrata in vigore una nuova e durissima imposizione fiscale che colpisce le aziende francesi attive nel settore del gioco online. La pressione fiscale complessiva ha raggiunto il 67,4% dei ricavi lordi di gioco, a cui si aggiunge un’ulteriore tassa del 15% sugli investimenti pubblicitari. Si tratta di un livello di tassazione mai visto prima, né in Francia né in Europa, che rischia di stravolgere l’intero equilibrio economico di un comparto strategico anche per la sicurezza nazionale.

Le preoccupazioni sono state espresse chiaramente durante l’audizione al Senato dalla presidente dell’Autorité Nationale des Jeux, che ha riconosciuto come la redditività degli operatori autorizzati sia estremamente fragile. Secondo quanto dichiarato, almeno otto delle sedici aziende legali attive in Francia rischiano un indebolimento grave o addirittura molto significativo, a fronte di una pressione fiscale che appare sproporzionata rispetto alla capacità del settore di sostenerla.

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Anche l’AFJEL, l’associazione che rappresenta gli operatori del gioco online, ha lanciato l’allarme. Il presidente Nicolas Béraud ha parlato apertamente di una deriva molto preoccupante in materia fiscale, sottolineando come l’attuale scenario possa avere effetti profondamente negativi sul settore nel suo complesso. Il timore è che le imprese più fragili siano destinate a scomparire, mentre l’offerta legale rischia di essere drasticamente ridimensionata, con conseguente calo delle entrate fiscali e riduzione dei fondi destinati al finanziamento dello sport.

Ma le ricadute non si fermano sul piano economico. L’indebolimento dell’offerta regolamentata, che è sottoposta a controlli e obblighi di tutela del giocatore, potrebbe aprire la strada a una diffusione incontrollata di piattaforme illegali, spesso collegate a circuiti offshore e a reti criminali. Questo processo, già osservabile in altri contesti, rappresenterebbe una minaccia concreta alla salute pubblica e alla sicurezza digitale di milioni di cittadini.

Secondo AFJEL, l’eccessiva imposizione rischia quindi di produrre effetti opposti rispetto agli obiettivi dichiarati: anziché rafforzare il presidio dello Stato sul gioco online, lo indebolisce, favorendo proprio quelle dinamiche clandestine che si cerca di contrastare. È per questo che l’associazione ha chiesto con urgenza una revisione della strategia fiscale, prima che i danni diventino irreversibili.



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