Fiasconaro, identità artigiana, obiettivi globali arriva un manager per i dolci made in Sicily


di
Isidoro Trovato

L’azienda di Castelbuono evolve con un cambio di governance e programmi digitali per la tracciabilità. L’indotto sul territorio: «Lavoriamo con laboratori locali e investiamo sui giovani», dice Nicola, con i fratelli alla guida del brand

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C’è un angolo di Sicilia che ha saputo trasformare la tradizione dolciaria in un modello di azienda dal successo internazionale. È Castelbuono, in provincia di Palermo, nel cuore delle Madonie, dove Fiasconaro — storica azienda a conduzione familiare — ha chiuso il 2024 con un fatturato da 33 milioni di euro e una presenza commerciale in 65 Paesi. Un risultato che conferma la solidità di un’impresa capace di innestare le radici artigianali in una progettualità aziendale dal respiro internazionale.
Più di un terzo del fatturato dell’azienda (34%) proviene oggi dai mercati esteri. In testa ci sono gli Stati Uniti, che rappresentano il 13% del totale export, seguiti da Spagna (12,5%), Svizzera (12%) e Francia (10,5%). E sarà proprio New York a ospitare, da ottobre, un temporary store Fiasconaro a Manhattan, simbolo di una strategia che punta sempre più sulla presenza diretta nei mercati chiave. Del resto, il panettone Fiasconaro era gia arrivato a Washington nel 2023: fino alla Casa Bianca per omaggiare l’allora presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden, durante il Christmas Party con la sua opera dolciaria realizzata per l’occasione «Il Panettone Dolce Presepe». 

Le origini

«Dentro ogni panettone che parte da Castelbuono c’è tutta la Sicilia — racconta Nicola Fiasconaro, volto del brand e guida dell’azienda insieme ai fratelli Fausto e Martino —. Anni fa abbiamo scelto lo slogan “Born in Sicily” per raccontare non solo la provenienza dei nostri prodotti, ma anche un modo di lavorare che mette al centro la qualità, la lentezza consapevole, il rispetto delle materie prime e delle persone. La produzione dolciaria siciliana è una vera e propria miniera perché nelle varie provincie dell’isola ci sono influenze di cucine differenti, sapori etnici ripensati dal gusto isolano. Per questo motivo stiamo studiando come riportare alla luce vecchie ricette di dolci tipici riprodotte con i parametri moderni della shell life». Nata come piccola realtà artigianale, Fiasconaro è oggi una media impresa in crescita costante, ma con l’anima intatta. Nei mesi invernali, quando la produzione tocca i picchi massimi in vista del Natale, l’azienda arriva a impiegare fino a 250 persone, tra dipendenti stabili e stagionali. Una realtà che si conferma motore economico per il territorio e modello di impresa a forte radicamento locale. «Ogni prodotto nasce a Castelbuono, nel cuore delle Madonie — afferma il maestro pasticciere — dove tradizione e innovazione si incontrano in un equilibrio imprescindibile per la nostra attività. Utilizziamo grani antichi, lievito madre e ingredienti tipici e territoriali, simboli dell’identità siciliana. Scelta, questa, che ci permette di garantire una qualità superiore e di raccontare una storia autentica e distintiva. L’artigianalità è il cuore pulsante del nostro posizionamento. Non bisogna dimenticare che investiamo più del 45% del fatturato sul territorio, contribuendo allo sviluppo di altre aziende siciliane per l’approvvigionamento delle materie prime e per la fornitura di prodotti come miele, torroni e marmellate».
L’innesto è quasi sempre il segreto della nascita di gusti e sapori nuovi. Succede in natura, ma anche in cucina. La storia di Fiasconaro ha origine proprio da un innesto: le tecniche imparate dal padre pasticciere si fondono con quelle di Teresio Busnelli, maestro della pasta acida, che trasferisce a Nicola i segreti per realizzare il panettone. Il dolce, simbolo iconico della milanesità, conquista Fiasconaro, che nel 1988 avvia la prima produzione di duemila panettoni artigianali ispirandosi alla rivisitazione del dolce in chiave madonita. Un nuovo mix dunque fa nascere il primissimo panettone Fiasconaro: il Mannetto, realizzato con la rinomata manna, resina estratta dal frassino delle Madonie. Da lì in avanti è un susseguirsi di successi.




















































Il nuovo step

Il futuro? Un altro innesto, quello che vede una gestione familiare aprirsi a un approccio manageriale, senza perdere la propria identità. «La sfida più grande è proprio questa — sottolinea ancora Fiasconaro —. Rimanere fedeli a ciò che siamo, pur evolvendo. Il mondo cambia, e anche noi dobbiamo cambiare. Ma le radici non si tradiscono». Oggi accanto alla tradizione c’è anche una visione manageriale e digitale moderna che integra qualità, tracciabilità. «Lavoriamo con 11 laboratori artigianali e investiamo sui giovani delle Madonie, per assicurare continuità e crescita delle competenze tradizionali. Dobbiamo mantenere un posizionamento di livello elevato e competitivo anche di fronte a realtà industriali di maggiori dimensioni».
Adesso arriva la sfida Usa a rendere più ricca un’esperienza internazionale iniziata con la partnership con Dolce & Gabbana . «Il nuovo store di New York — sottolinea il pasticcere —non è un punto d’arrivo, ma una tappa di un percorso. Con Dolce & Gabbana, per esempio, c’è molto di più di una semplice collaborazione, abbiamo sintonia di intenti e di progettualità. Loro portano i nostri prodotti nelle vetrine di tutto il mondo dando visibilità ai prodotti siciliani, alla sicilianità e al made in Italy. Vogliamo costruire un sogno ancora più grande, sempre partendo dalla Sicilia

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