chi paga e chi no


La IRAP cambia volto dal 2025 e la notizia, che farà tirare un sospiro di sollievo a moltissimi operatori economici, è ormai ufficiale: si volta pagina per liberi professionisti, ditte individuali e piccoli contribuenti. In un panorama fiscale che spesso si è mostrato come un labirinto, la nuova riforma fiscale introduce finalmente una ventata di semplicità e alleggerimento, lasciando intravedere un futuro meno gravoso per chi opera in proprio o con realtà di dimensioni contenute.

Chi potrà dire addio all’IRAP: le nuove esenzioni IRAP

Dal prossimo anno, le esenzioni IRAP interesseranno una platea ben definita: i liberi professionisti che esercitano in forma individuale, le imprese che non sono costituite come società e i contribuenti che hanno scelto regimi fiscali agevolati. Si tratta di una svolta che elimina una voce di spesa non indifferente e, soprattutto, libera queste categorie da una serie di adempimenti burocratici che, negli anni, avevano finito per diventare un vero e proprio fardello. Un cambio di passo che segna un punto di discontinuità rispetto al passato, premiando chi porta avanti attività con risorse limitate e vuole concentrare le proprie energie sul lavoro, anziché sulle scartoffie.

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Chi resta nel perimetro IRAP: società e grandi realtà

Non cambia invece la musica per società di persone, società di capitali ed enti commerciali: per loro la IRAP continuerà a rappresentare una voce da tenere in conto nel bilancio. La base imponibile resta quella del valore della produzione netta, con le consuete esclusioni di interessi passivi e altre imposte. Per questi soggetti, il percorso resta quello tradizionale, senza sconti o semplificazioni particolari, a testimonianza di come la riforma fiscale abbia voluto concentrare i benefici sulle realtà più piccole, senza però stravolgere l’impianto per chi opera su scala più ampia.

Le scadenze fiscali del 2025: il calendario da segnare in agenda

Per chi è ancora tenuto al versamento dell’IRAP, il 2025 si preannuncia come un anno da seguire con attenzione sul fronte delle scadenze fiscali. Si parte con il 30 giugno, termine per il saldo 2024 e il primo acconto 2025, mentre per i soggetti ISA la proroga arriva fino al 21 luglio. Non manca la consueta finestra estiva, con il 20 agosto che prevede un’ulteriore proroga (maggiorazione dello 0,40%), per chiudere il cerchio il 30 novembre con il secondo acconto. In un sistema tributario che si sta finalmente avviando verso un maggiore equilibrio, la nuova disciplina promette di rendere la vita più semplice a chi ogni giorno si confronta con la burocrazia e la pressione fiscale.



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