Continuano a diminuire gli impieghi vivi agli artigiani e alle piccolissime imprese e la CGIA di Mestre prosegue nella sua azione di denuncia che dura ormai da almeno un decennio. I dati sono impietosi: tra il marzo 2012 e il marzo 2025 gli impieghi vivi erogati dal sistema bancario alle imprese veneziane con meno di 20 addetti sono scesi del 50 per cento. In termini assoluti la contrazione è stata pari a 1,5 miliardi di euro. Solo nell’ultimo anno (marzo 2024 su marzo 2025) la restrizione è stata dell’8,5 per cento, pari a -147 milioni di euro.
Sempre nell’ultimo anno, nel nostro territorio il “taglio” ai prestiti alle piccolissime aziende è stato nettamente superiore sia a quello registrato in Italia (-6,7 per cento), nel Nordest (-6,8 per cento) e nel Veneto (-7,6 per cento).
Il pensiero di Bottan sulla situazione degli artigiani
“E’ una situazione – esordisce il presidente della CGIA Roberto Bottan – che riguarda tutto il Paese. Tuttavia, il nostro territorio ha risentito più degli altri anche della chiusura che nell’ultimo decennio ha interessato la Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, due realtà che nel teritorio avevano una presenza molto diffusa”.
Dice ancora Bottan: “Le banche erogano sempre meno credito agli artigiani e alle piccole imprese per motivi strutturali e normativi. Le regole di Basilea III e IV, ad esempio, hanno imposto alle banche requisiti patrimoniali più severi per i prestiti rischiosi, penalizzando così i finanziamenti alle imprese più piccole. Non solo. Quando le banche eseguono la valutazione del merito e del rischio creditizio di una micro impresa, impiegano molto più tempo e personale rispetto alla procedura richiesta per espletare la stessa operazione con una grande impresa. Questa situazione provoca al sistema bancario costi più elevati e profitti minori rispetto a quelli concessi ai grandi clienti che le spinge a privilegiare il rapporto creditizio con i grandi, anziché con i piccoli”.
Il calo della domanda dei finanziamenti
Va sottolineato che la restrizione dei prestiti bancari alle piccole imprese è in parte dovuta anche al calo della domanda di finanziamenti, sebbene nell’ultimo anno vi sia stata una importante riduzione dei tassi di interesse. Purtroppo, gli effetti del Covid, la crisi energetica e le guerre in corso in tutto il mondo hanno sicuramente condizionato negativamente la fiducia degli operatori economici, indebolendo gli investimenti e rendendo il sistema produttivo molto prudente.
Con i problemi agli artigiani anche il rischio usura
Tutto questo, però, potrebbe innescare degli altri riflessi negativi. Non è da escludere che la chiusura dei rubinetti del credito praticata dal sistema bancario abbia contribuito a “spingere” involontariamente molti lavoratori autonomi e altrettanti piccoli imprenditori del nostro territorio a corto di liquidità verso sistemi di approvvigionamento illegali. Il “rischio usura” potrebbe essere anche nel veneziano un fenomeno in espansione.
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