Marina di Ragusa, Bennardo e Diquattro: “La zona gialla non risolve nulla, serve una strategia vera”


“L’ordinanza sulla zona gialla a Marina di Ragusa ha dimostrato tutti i suoi limiti: non ha risolto nulla, ha solo spostato il problema da una parte all’altra del territorio. Pensare di contenere il disagio giovanile tracciando confini amministrativi è miope e rischia di alimentare nuove tensioni tra residenti e ragazzi”.

A dichiararlo sono Federico Bennardo, consigliere comunale di Ragusa, e Simone Diquattro, presidente provinciale di Gioventù Nazionale, che intervengono sulla crescente emergenza legata al degrado urbano in alcune aree di Marina di Ragusa.

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“Problemi solo spostati, non risolti”

“Dietro all’ex delegazione municipale – spiegano – c’era una situazione di evidente abbandono: sporcizia, schiamazzi, alcol consumato per strada e persino auto trasformate in bar improvvisati. Il Comune è intervenuto con una zona gialla e un’ordinanza che impone dei divieti, ma il risultato è stato che i ragazzi si sono semplicemente spostati nell’area dei campetti dei Gesuiti, dove adesso la situazione è diventata intollerabile. I residenti sono stanchi, esasperati, e le forze dell’ordine hanno meno margine di intervento perché quella zona non è inclusa nei provvedimenti sindacali”.

Richiesta di estensione della zona rossa

Per Bennardo e Diquattro è un errore strategico: “Non ha senso adottare misure severe dove è più semplice garantire l’ordine, lasciando scoperti i quartieri dove il controllo è più difficile”.

“Chiediamo quindi – dichiarano congiuntamente – che la zona rossa sia estesa immediatamente anche alle aree periferiche di Marina, a partire dai campetti. Solo così le forze dell’ordine potranno intervenire direttamente, senza dover aspettare ogni volta la chiamata di un cittadino. Ivi inclusa la possibilità di garantire un presidio costante a tutela del quartiere. Al tempo stesso serve un piano per il controllo effettivo sulla vendita di alcolici ai minorenni, soprattutto nei supermercati, dove troppo spesso le regole sono aggirate”.

Non solo ordine pubblico, ma anche educazione

Secondo i due esponenti politici, il problema non è solo di ordine pubblico, ma anche culturale. “Se vogliamo evitare che questi comportamenti si ripetano ogni estate, serve una campagna di sensibilizzazione seria, soprattutto nelle scuole. Dobbiamo parlare con i ragazzi prima che arrivi l’estate, prima che si riversino per strada, prima che sia tutto demandato alle forze dell’ordine. Educare non può essere solo una parola da mettere nei comunicati, dev’essere una linea d’azione. Incontriamoli, ascoltiamoli, coinvolgiamoli, ma facciamolo nei tempi giusti e con strumenti concreti”.

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Appello all’amministrazione e ai giovani politici

Bennardo e Diquattro concludono con un appello all’amministrazione: “Non si tratta di punire, ma di governare. Il diritto alla socialità deve sempre andare di pari passo con il rispetto per i luoghi e per chi li vive tutto l’anno. È tempo di scelte coraggiose e di una strategia vera, non di spot elettorali. Ai più giovani esponenti politici di tutti gli schieramenti, senza distinzione di colore politico, chiediamo, infine, di incontrarci e lavorare insieme al fine del raggiungimento di un risultato concreto”.





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