Come verificare lo stato di un rimborso fiscale non ancora ricevuto?


Il tuo rimborso fiscale tarda ad arrivare? Ecco come verificare lo stato online (Cassetto Fiscale), contattare l’Agenzia Entrate e inviare un sollecito. Info utili.

Spesso, i tempi per l’accredito di un rimborso fiscale si dilatano oltre il previsto. Che si tratti di un credito IRPEF risultante dal Modello 730, di un rimborso IVA per un’impresa o di altre somme dovute dall’Amministrazione Finanziaria è legittimo per il contribuente volersi informare sullo stadio di avanzamento della propria pratica e sui tempi di attesa per ricevere i soldi. Sorge quindi il dubbio: come verificare lo stato di un rimborso fiscale non ancora ricevuto? Come sollecitare il pagamento, quali sono i passi da seguire? Il sistema fiscale mette a disposizione del cittadino e delle imprese diversi strumenti. Questi permettono di monitorare l’iter dei rimborsi e di interagire con l’Agenzia delle Entrate per ottenere chiarimenti o per richiedere l’erogazione delle somme spettanti.

Come posso verificare online se il mio rimborso fiscale è in lavorazione? 

Il primo e più immediato strumento a disposizione di ogni contribuente per tenere sotto controllo la propria posizione fiscale, inclusa la situazione dei rimborsi, è il Cassetto Fiscale, un servizio online accessibile dal sito web ufficiale dell’Agenzia delle Entrate.

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Per poter accedere al proprio Cassetto Fiscale, il contribuente deve utilizzare i servizi telematici dell’Agenzia (Fisconline per i cittadini e le ditte individuali; Entratel per le società, gli enti e gli intermediari fiscali). L’accesso a questi servizi avviene attraverso le proprie credenziali di identità digitale:

  • SPID (il Sistema Pubblico di Identità Digitale);
  • CIE (la Carta d’Identità Elettronica);
  • oppure, la CNS (la Carta Nazionale dei Servizi).

All’interno del Cassetto Fiscale, il contribuente può consultare una vasta gamma di informazioni e documenti relativi alla propria posizione. Tra questi, di particolare interesse per chi attende un rimborso, vi sono:

  • lo stato delle dichiarazioni dei redditi presentate negli anni (ad esempio, se una dichiarazione è stata correttamente ricevuta, se è stata liquidata dall’Agenzia, o se sono emerse delle irregolarità che richiedono un controllo o una correzione);
  • e, soprattutto, lo stato dei rimborsi richiesti e la loro specifica fase di lavorazione (ad esempio, se il rimborso è stato formalmente riconosciuto come spettante, se è attualmente in fase di erogazione da parte degli uffici, o se ci sono eventuali blocchi, sospensioni o controlli preventivi in corso che ne ritardano il pagamento).

Il Cassetto Fiscale rappresenta, quindi, il punto di partenza fondamentale e imprescindibile per un monitoraggio autonomo, costante e tempestivo della propria situazione fiscale e dei rimborsi attesi.

È possibile chiedere informazioni direttamente agli uffici dell’Agenzia delle Entrate su un rimborso fiscale?

Oltre alla consultazione autonoma e online del proprio Cassetto Fiscale, il contribuente ha sempre la possibilità di contattare direttamente l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate che è territorialmente competente per il suo domicilio fiscale (generalmente, l’ufficio presso cui ha presentato la dichiarazione o che gestisce la sua posizione).

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L’Agenzia delle Entrate stessa, con la Risposta a interpello n. 203 del 23 marzo 2021, ha fornito delle indicazioni specifiche in merito a come il contribuente può interagire con gli uffici per questioni relative ai rimborsi. Ha chiarito, infatti, che il contribuente può presentare un’istanza di sollecito per un rimborso (o per altre questioni fiscali in sospeso) direttamente all’ufficio competente.

Qualora l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate contattato inizialmente non fosse quello specificamente competente per la gestione di quella particolare pratica di rimborso, esso ha comunque il dovere istituzionale di trasmettere la richiesta del contribuente alla struttura interna dell’Agenzia che è effettivamente competente per la sua trattazione e per fornire una risposta.

Come posso sollecitare formalmente un rimborso fiscale che tarda ad arrivare?  

Se il rimborso fiscale atteso non è stato ancora ricevuto entro un termine che si considera ragionevole (vedremo più avanti quali sono i termini di riferimento da considerare), il contribuente ha il diritto di presentare un’istanza di sollecito formale direttamente all’Agenzia delle Entrate.

Tale richiesta deve essere redatta per iscritto, in modo chiaro e preciso. È fortemente consigliabile inviarla attraverso canali che garantiscano la certezza dell’invio e, soprattutto, della ricezione da parte dell’ufficio destinatario. I mezzi più idonei sono la Posta Elettronica Certificata (PEC), se si dispone di un indirizzo PEC, oppure, una lettera raccomandata con avviso di ricevimento (A/R).

Nell’istanza di sollecito, è opportuno e necessario:

  • indicare chiaramente tutti i dati identificativi del contribuente (nome e cognome, o denominazione/ragione sociale; codice fiscale o partita IVA; indirizzo di residenza o sede legale; recapiti telefonici e email/PEC);
  • specificare con precisione i riferimenti della dichiarazione dei redditi o dell’atto da cui scaturisce il credito d’imposta e il diritto al rimborso (ad esempio, l’anno d’imposta di riferimento, il tipo di modello utilizzato – 730, Redditi PF, IVA, ecc. –, la data di presentazione della dichiarazione, il numero di protocollo se noto);
  • indicare l’importo esatto del rimborso atteso;
  • e, se possibile e per facilitare le verifiche da parte dell’ufficio, è sempre consigliabile allegare all’istanza di sollecito una copia della dichiarazione dei redditi da cui risulta il credito, nonché copia di eventuale altra documentazione rilevante che possa attestare il diritto al credito d’imposta (ad esempio, le ricevute di pagamento degli oneri che hanno dato diritto a detrazioni o deduzioni, le certificazioni dei sostituti d’imposta, ecc.).

La presentazione di un sollecito formale, redatto in modo completo e documentato, può aiutare a “smuovere” la pratica presso gli uffici dell’Agenzia; o, quantomeno, a ottenere una risposta ufficiale e circostanziata sullo stato del rimborso e sui motivi dell’eventuale ritardo.

Quanto tempo devo aspettare prima di poter sollecitare il pagamento del rimborso? 

La legge e la giurisprudenza forniscono delle indicazioni utili per capire quali possano essere considerati i termini entro cui un rimborso fiscale dovrebbe essere normalmente erogato dall’Amministrazione Finanziaria.

La Cassazione (sent. n. 16099 del 19 maggio 2022) ha avuto modo di affrontare la questione dei tempi di attesa per i rimborsi. In quella specifica occasione (che riguardava un rimborso IVA, ma il cui principio può avere una valenza più generale e orientativa), la Suprema Corte ha precisato che il termine da considerarsi “ragionevole” per ottenere un rimborso fiscale è, di norma, di 90 giorni dalla data di presentazione della dichiarazione da cui emerge il credito a favore del contribuente.

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Tale termine di 90 giorni è quello che viene previsto, ad esempio, dall’articolo 38-bis, comma 1, del D.P.R. n. 633 del 1972 (la legge sull’IVA) per l’esecuzione dei rimborsi dell’IVA annuale o infrannuale da parte dell’Amministrazione Finanziaria.

A volte il ritardo nell’erogazione di un rimborso fiscale può essere dovuto al fatto che l’Agenzia delle Entrate ha la necessità di effettuare degli ulteriori controlli e approfondimenti sulla dichiarazione dei redditi o sulla documentazione che è stata presentata dal contribuente a supporto del suo credito.

In questi casi, è molto probabile che l’Agenzia delle Entrate abbia richiesto formalmente al contribuente di fornire ulteriori documenti, informazioni o chiarimenti per poter completare la lavorazione della pratica di rimborso e per poter verificare la fondatezza del credito.

È quindi di fondamentale importanza che il contribuente verifichi con la massima attenzione se ha ricevuto delle comunicazioni in tal senso da parte dell’Agenzia delle Entrate. Queste comunicazioni possono arrivare attraverso diversi canali:

  • tramite posta ordinaria all’indirizzo di domicilio fiscale del contribuente;
  • tramite Posta Elettronica Certificata (PEC), se il contribuente ne è dotato e l’ha comunicata all’Agenzia;
  • oppure, possono essere consultabili direttamente all’interno del proprio Cassetto Fiscale personale, nella sezione dedicata alle comunicazioni o agli avvisi.

Il mio rimborso fiscale potrebbe essere stato usato per pagare altri miei debiti con il Fisco? 

In alcuni casi, il rimborso fiscale a cui il contribuente avrebbe teoricamente diritto potrebbe essere stato utilizzato dall’Amministrazione Finanziaria, in tutto o in parte, per compensare eventuali debiti fiscali pregressi che risultano essere iscritti a ruolo (cioè, formalmente accertati e richiesti tramite cartella di pagamento o altri atti esecutivi) a carico dello stesso contribuente.

Questa possibilità di compensazione “forzosa” (o d’ufficio) tra i crediti che il contribuente vanta nei confronti del Fisco (come un rimborso) e i debiti che il Fisco vanta nei confronti del contribuente (come imposte, sanzioni o interessi non pagati e iscritti a ruolo) è prevista, ad esempio, dall’articolo 28-ter del D.P.R. n. 602 del 1973 (Disposizioni in materia di compensazione dei crediti iscritti a ruolo con somme dovute a seguito di rimborsi).



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