Reti di teleriscaldamento in Veneto e Lombardia: pronti i bandi di finanziamento


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Le regioni Veneto e Lombardia investono sulle reti di teleriscaldamento per abbattere le emissioni inquinanti e assicurare un migliore servizio a minori costi agli utenti.

La regione Veneto ha approvato, su proposta dell’assessore regionale all’Energia, Roberto Marcato, un nuovo bando da 7 milioni di euro per sostenere la realizzazione e il rinnovamento delle reti di teleriscaldamento e teleraffrescamento: un’infrastruttura invisibile ma fondamentale per portare calore e comfort nelle case, scuole, edifici pubblici e imprese, in modo sostenibile.

«Un passo deciso verso un Veneto più verde e più efficiente, che consumerà meno energia ma soprattutto che la produrrà in modo sostenibile. Nel Veneto che stiamo costruendo la transizione energetica avverrà attraverso una sostenibilità anche economica, assieme a quella ambientale e sociale – afferma Marcato -. Questa non è solo un’opportunità tecnica, ma una scelta di visione: scommettiamo sulla qualità della vita, sull’aria pulita, sul risparmio energetico e sulla competitività delle imprese, aiutando concretamente chi investe in un modo nuovo di portare energia nelle nostre città ed aree rurali. Il teleriscaldamento, in questa prospettiva, è un investimento in efficienza degli impianti e nell’utilizzo delle fonti rinnovabili, che contribuisce alla riduzione delle emissioni di CO2 e di inquinanti».

Saranno finanziati infatti nuovi sistemi di teleriscaldamento e/o teleraffrescamento alimentati da fonti energetiche rinnovabili, ed interventi di ammodernamento e/o ampliamento dei sistemi di teleriscaldamento e/o teleraffrescamento esistenti, già alimentati da fonti rinnovabili o che lo saranno a seguito dell’intervento, anche ricorrendo alle pompe di calore. 

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L’obiettivo del bando è duplice: incentivare la costruzione di nuovi sistemi di teleriscaldamento e teleraffrescamento alimentati da fonti rinnovabili, e favorire l’ammodernamento o l’ampliamento di sistemi già esistenti, in coerenza con gli obiettivi di sostenibilità e decarbonizzazione fissati dall’Unione Europea.

Potranno beneficiare del contributo imprese di ogni dimensione, incluse cooperative senza scopo di lucro, e pubbliche amministrazioni comprese Unioni di comuni, Unioni montane, province e comuni capofila di convenzioni.

Il contributo è a fondo perduto, fino a un massimo di 3 milioni di euro per progetto, e può arrivare fino al 65% della spesa ammissibile per le micro e piccole imprese. Il contributo minimo ammissibile per progetto è di 100.000 euro. Due le finestre temporali previste per la presentazione delle domande: la prima dal 26 giugno al 2 settembre, la seconda dal 27 novembre 2025 al 26 febbraio 2026.

La Regione Lombardia ha stanziato 20 milioni di euro, ripartiti nelle annualità 2025, 2026 e 2027, per finanziare interventi per la realizzazione di impianti e di reti di teleriscaldamento e teleraffrescamento che utilizzino al 100% da fonti rinnovabili e/o recuperino calore di scarto “Green Heat 100%” sul territorio regionale su iniziativa dell’assessore lombardo a Enti locali, Montagna e Risorse Energetiche, Massimo Sertori, dopo l’approvazione in Giunta della delibera.

Destinatari delle risorse messe a disposizione a valere sul fondo PR FESR 21-27 gli operatori dei servizi di teleriscaldamento (micro, piccole, medie e grandi imprese) di tutto l’intero territorio regionale, a esclusione dei liberi professionisti e dei lavoratori autonomi, discriminando così un’importante fetta dell’economia regionale.

«L’iniziativa – spiega Sertori – consente una progressiva transizione verso un nuovo sistema energetico regionale che minimizzi il ricorso alle fonti fossili, contribuisca a ridurre le emissioni di gas climalteranti e inquinanti e diversifichi l’approvvigionamento energetico, riducendo la dipendenza energetica».

«Si tratta di una opportunità per i territori – conclude Sertori – per rilanciare aree urbane e industriali attraverso l’uso di calore di scarto e fonti rinnovabili locali, con potenziali benefici in termini di decarbonizzazione, innovazione ed occupazione».

I due piani potrebbero finalmente valorizzare la risorsa geotermica locale ampiamente inutilizzata ma potrebbero portare anche ad una migliore efficienza dello sfruttamento dell’energia fossile o rinnovabile come il biogas sostituendo impianti che usano solo la mera combustione con altri a ciclo combinato – come una turbina a gas: ne esistono anche di potenze contenute in qualche decina di KW – che produce energia elettrica da alternatore – con vantaggi sull’equilibrio della rete elettrica: Spagna docet – con il recupero di calore a media e bassa temperatura se solo ci fosse meno talebanesimo ambientalista che vede il fossile solo come un problema, quando sarà indispensabile per almeno i prossimi 20 anni.

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