“Il welfare cambia insieme a persone, aziende possono diventare comunità di fiducia”


Il concetto di welfare sta vivendo una profonda trasformazione, e a guidarla sono le stesse persone che ne sono protagoniste. È quanto emerge dall’analisi dell’economista Luciano Canova, che commenta i risultati di una recente indagine condotta da Groupama sul futuro del welfare aziendale.

“Il benessere oggi è un fiore a più petali: lo stipendio resta importante, ma previdenza, salute e qualità della vita sono sempre più centrali. Le persone cercano soluzioni che integrino il welfare pubblico, non che lo sostituiscano”, spiega Canova, sottolineando come questo approccio apra nuove opportunità: “In un universo come quello italiano, in cui l’idea predominante è quella di piccola e media impresa, c’è spazio per inserirsi in questo mercato come datore di lavoro in un patto sociale che crea fiducia tra datore di lavoro e lavoratori e integra i servizi di welfare per una qualità della vita alta e una visione della vita completa”, prosegue.

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Al centro della riflessione dell’economista, anche il concetto di “economia dell’ottimismo” per “abituarci ad avere una visione complessa della realtà. Perché è chiaro che esistono delle notizie critiche e negative. Gli elementi che emergono dalla ricerca di Groupama ci dicono che le persone sono preoccupate rispetto alle esigenze che avranno con riferimento a sanità e previdenza. Tuttavia, rappresentano anche uno spazio per costruire fiducia tra impresa e lavoratori e progettare servizi che generano valore condiviso”. Secondo Canova, l’indagine dimostra anche una “maggiore consapevolezza economico-finanziaria da parte di lavoratori e lavoratrici, capaci oggi di guardare con lungimiranza al proprio futuro. È un cambio di mentalità importante – osserva – e rappresenta un’occasione per costruire un welfare integrato e più umano, dove l’impresa non è solo datore di lavoro, ma parte di una comunità di valore”.

Infine, l’economista invita a leggere “l’aspettativa di vita che aumenta” come “un dato positivo”, una popolazione che invecchia è anche una popolazione che vive più a lungo e meglio. Nasce così la ‘Silver economy’, con nuove domande di benessere, cultura, viaggio, intrattenimento. Ed è proprio qui che un “welfare aziendale moderno può fare la differenza nel garantire sicurezza, serenità e qualità della vita alle persone, anche dopo i 50 e i 65 anni”.

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