Marelli ricorre al Chapter 11. Esce Kkr, entrano le banche


Marelli ristruttura il debito e Kkr esce dalla società che aveva acquisito nel 2019 da Fca. La procedura Chapter 11 è stata aperta e al termine della ristrutturazione le banche e i fondi finanziatori, trasformando i 4,2 miliardi di debito in capitale e versando 1,1 miliardi di altra liquidità, diventeranno i nuovi azionisti del gruppo automotive. Tra i principali creditori figurano Deutsche Bank, Mizuho Financial Group, MBK Partners e Fortress Investment. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e il sottosegretario al Mimit con delega alle crisi di impresa, Fausta Bergamotto, intanto hanno incontrato i vertici italiani. “Il governo è attento e vigile” sottolinea Urso e convoca per il 19 un incontro a cui parteciperanno i vertici del gruppo le organizzazioni sindacali e le istituzioni regionali coinvolte.

Il problema di Marelli, ribadisce la società, non è la redditività ma “le pressioni del mercato a livello industriale che hanno creato una carenza di capitale circolante che deve essere affrontata – spiega il presidente e ceo David Slump (nella foto) – Dopo un attento esame delle alternative strategiche dell’azienda, abbiamo deciso che l’ingresso nel processo di Chapter 11 (al Tribunale del Delaware negli Usa, ndr) è la strada migliore per rafforzare il bilancio di Marelli convertendo il debito in capitale, garantendo al contempo di continuare a operare come sempre”.

Circa l’80% dei finanziatori della società ha infatti firmato un accordo per sostenere la ristrutturazione che ridurrà la leva finanziaria di Marelli e rafforzerà la sua posizione di liquidità, iniettando 1,1 miliardi di dollari tanto che Marelli “non si aspetta nessun impatto operativo” dalla procedura fallimentare. Marelli, pur avendo la sede centrale in Giappone e in Italia, è un’azienda internazionale e questo ha dato modo a Kkr di lavorare con i tribunali degli Stati Uniti per ristrutturare il debito, con una procedura, il Chapter 11, che fornisce una protezione legale e finanziaria fondamentale per tutte le entità globali durante il completamento della ristrutturazione, spiega il gruppo.

Il gruppo produce sistemi di illuminazione, aria condizionata, motori elettrici, sospensioni e altri componenti ai costruttori automobilistici (Nissan Motor e Stellantis fra i principali clienti), impiega oltre 50.000 persone e gestisce circa 170 stabilimenti. In Italia ce ne sono 10 tra cui Crevalcore, Bari, Caivano, Melfi, Sulmona, Tolmezzo, Bologna, Corbetta, due a Venaria e uno ad Arzignano.

Il primo passo ora è stato chiedere l’approvazione della Corte del Delaware per continuare le attività durante il processo di Chapter 11, in particolare il pagamento degli stipendi e dei benefit dei dipendenti senza interruzioni e la continuazione di programmi che sono parte integrante delle relazioni con i clienti. Al termine della procedura fallimentare i debitori, che vantano 4,2 miliardi di crediti, diventeranno i nuovi proprietari di Marelli a meno che, nei 45 giorni concessi per un rilancio, non arrivi un ‘cavaliere biancò. I rumors delle scorse settimane avevano ipotizzato l’interesse degli indiani di Samvardhana Motherson International (Samil), per il gruppo della componentistica auto, nato dalla fusione tra Magneti Marelli e la giapponese Calsonic Kansei.

Alberto Levi



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