Ottocentodue magazzini (tra cui 13 centri intermodali), concentrati per oltre la metà nel raggio di 40 km da Milano, per più di 12 milioni di metri quadrati di superficie (il 28% del totale italiano), circa 25.500 imprese attive e 216mila addetti
Sono alcuni dei numeri che illustrano la portata del settore logistico della Lombardia, presentati in una ricerca curata da Polis Lombardia – istituto di ricerca di Regione Lombardia – illustrata nei giorni scorsi alle Commissioni Sviluppo economico e Territorio dello stesso ente.
Dalla indagine è emerso innanzitutto come il numero delle imprese sia costantemente in calo. Dalle oltre 30mila registrate nel 2009, si è passati alle circa 27mila del 2018 per giungere appunto alla quota di 25.525 del 2024. La diminuzione di numerosità delle aziende si è accompagnata però a un aumento della dimensione media e a una loro maggiore strutturazione. Nello stesso arco temporale, sono infatti aumentate le società di capitale (da 4.509 a 7.907), mentre sono diminuite le imprese personali (da 19.381 a 14.433), che però restano tutt’oggi la stragrande maggioranza.
Lo studio ha anche raccolto i punti di vista di alcune realtà su alcuni temi caldi per il settore, sia tramite dichiarazioni rese ai media, sia attraverso contributi diretti, inviati in particolare Cooperativa Lavoratori Ortomercati, Dhl Express Italy, Esselungam, Fercam, Hupac, Italtrans e Ups.
Rispetto all’ambito delle risorse umane, le imprese hanno segnalato esigenze di maggior formazione e di tutela, di più adeguate retribuzioni, di un maggiore equilibrio di genere e di maggiore stabilità occupazionale. Altre considerazioni emerse con forza sono relative alla necessità di sviluppare i terminal intermodali, oggi dalla capacità insufficiente, e di uniformare tra i diversi comuni la normativa rispetto alla logistica di ultimo miglio.
Un approfondimento a parte, realizzato dal Dipartimento Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, è stato dedicato al tema del consumo di suolo, che negli ultimi 25 anni nella regione è stato pari a 2.040 ettari. Tra le aree più colpite dal fenomeno per dimensione vi sono la provincia di Pavia (448 ettari) e la Città Metropolitana di Milano (426 ettari). Seguono quelle di Bergamo e Mantova, mentre sono state poco impattate quelle di Como, Lecco, Monza e Brianza, Sondrio e Varese.
Lo studio ha riscontrato comunque nel periodo post periodo post-pandemico (tra 2021 e 2024) un sostanziale rallentamento del tasso di consumo medio di suolo annuale (-19,8%), con nette controtendenze però nelle province di Mantova (+56,6%), Cremona (+43.5%) e Pavia (+5,3%).
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