“Un fisco equo per sostenere famiglie e imprese”


Il fulcro dell’intervento è stato l’impegno del governo a tagliare le tasse in modo “equo e sostenibile”. Secondo Meloni, la riforma delle aliquote Irpef rappresenta solo l’inizio di un percorso che mira a rendere il sistema fiscale italiano più razionale, meno opprimente e più adatto a sostenere la crescita. “Il nostro lavoro non è finito”, ha scandito, annunciando la volontà di andare avanti con interventi strutturali. Il riferimento diretto è al ceto medio, descritto come “la struttura portante del sistema produttivo italiano”, e al bisogno di proteggerlo da una pressione fiscale che spesso non corrisponde ai servizi ricevuti.

Un’alleanza tra governo e professioni economiche

Meloni ha voluto sottolineare l’importanza della collaborazione tra Stato e categorie professionali come i commercialisti, visti non come meri esecutori ma come attori fondamentali nella costruzione di un sistema economico trasparente ed efficiente. “Lo Stato deve usare le risorse con buon senso e senza gettare i soldi dalla finestra”, ha detto, affermando che i cittadini hanno diritto a un’amministrazione che sappia gestire responsabilmente il gettito fiscale. L’appello è stato anche politico: serve uno sforzo collettivo per rimettere in moto la fiducia dei contribuenti.

La riforma fiscale come strumento di equità sociale

Nel discorso della premier emerge un chiaro intento redistributivo. Le modifiche alle aliquote, già avviate, rappresentano secondo Meloni il primo passo verso un sistema dove “chi guadagna di più, paga di più”, ma dove allo stesso tempo si abbattono le diseguaglianze dovute a regole astruse e detrazioni frammentarie. “Vogliamo lavorare per rendere il sistema più equo”, ha ripetuto, sottolineando l’urgenza di riformare anche i meccanismi che penalizzano il lavoro autonomo e le piccole imprese.

La sfida di semplificare senza impoverire

Dietro le parole della presidente c’è anche il riconoscimento delle difficoltà legate alla semplificazione fiscale. Un fisco più semplice non deve essere sinonimo di minori entrate per lo Stato, ma di maggiore equità e compliance. Il governo intende dunque puntare anche sulla digitalizzazione, sulla riduzione degli adempimenti superflui e sul rafforzamento della fiducia tra Stato e cittadini. Secondo Meloni, solo così si può “aiutare la società a prosperare” e invertire la percezione dello Stato come entità punitiva.

Un ceto medio da ricostruire e valorizzare

L’attenzione riservata al ceto medio non è solo retorica. La premier lo ha indicato come “l’ossatura del sistema Paese”, un segmento della popolazione che negli ultimi decenni ha subito l’erosione del potere d’acquisto, l’aumento della tassazione indiretta e la percezione di non essere tutelato. Per questo, l’agenda fiscale del governo si concentrerà nei prossimi mesi su misure ad hoc per rafforzare il reddito disponibile di questa fascia e favorire investimenti, consumi e risparmio.



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