Nuovo accordo tra Confindustria e Intesa San Paolo: 2,5 miliardi di euro alle imprese calabresi per investimenti, innovazione e credito


Si è svolto oggi a Catanzaro l’incontro territoriale di presentazione del nuovo
Accordo quadriennale tra Confindustria e Intesa Sanpaolo per la crescita delle imprese italiane sottoscritto lo
scorso gennaio dal Presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, e da Carlo Messina, Consigliere Delegato e
Ceo di Intesa Sanpaolo.
Il programma nazionale congiunto mette a disposizione 200 miliardi di euro fino al 2028, di cui 2,5 miliardi
alle aziende calabresi, per rilanciare lo sviluppo del sistema produttivo e cogliere le opportunità di Transizione
5.0 e I.A., integrando così le risorse già stanziate dalla Banca per la realizzazione degli obiettivi del PNRR.
Nella sede di Unindustria, la più vasta associazione di territorio del sistema confindustriale calabrese, Natale
Mazzuca, vicepresidente nazionale di Confindustria per le Politiche Strategiche per sviluppo del Mezzogiorno, e
Giuseppe Nargi, Direttore Regionale Campania, Calabria e Sicilia di Intesa Sanpaolo, hanno evidenziato le
peculiarità delle nuove misure messe in campo e si sono confrontati con gli imprenditori sulle strategie di
sviluppo.
Particolare attenzione è stata dedicata alle opportunità offerte dalla Zona Economica Speciale Unica del
Mezzogiorno quale leva di stimolo per la crescita in termini di connettività e competitività del tessuto economico
calabrese. Sono state presentate misure ad hoc per favorire il supporto a nuovi insediamenti produttivi,
all’ampliamento e ammodernamento di quelli esistenti e agli investimenti nel settore energetico, sostenendo così
l’attrattività dei territori italiani con posizione strategica per le rotte e gli interscambi internazionali.
Il Sud peraltro rappresenta il punto di partenza del ciclo di incontri destinati alle imprese, testimoniando
l’importanza del Mezzogiorno a cui l’accordo riserva complessivamente 40 miliardi di euro, come annunciato
a Napoli dal Presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, e dal Responsabile della Banca dei Territori di
Intesa Sanpaolo, Stefano Barrese, in occasione del primo incontro territoriale di declinazione dell’accordo.
Il protocollo presentato oggi consolida e rinnova la collaborazione tra Intesa Sanpaolo e Confindustria già
avviata nel 2009 che, grazie a un volume di crediti erogati al sistema produttivo italiano pari a 450 miliardi di
euro in quindici anni, ha contribuito a evolvere il rapporto tra banca e impresa accompagnando i bisogni delle
Pmi e delle industrie mature anche nelle fasi più complesse. Tale supporto è stato declinato in numerose iniziative
congiunte che, anche attraverso le garanzie governative attivate nelle fasi critiche, hanno consentito di sostenere
con nuovo credito decine di migliaia di imprese e prevalentemente Pmi, struttura portante del Made in Italy nel
mondo.

Le novità riguardano:
➢ la crescita delle imprese del Sud attraverso la valorizzazione della ZES Unica del Mezzogiorno
➢ gli investimenti in nuovi modelli produttivi evoluti ad alto potenziale con particolare attenzione ad Aerospazio,
Robotica, Intelligenza Artificiale e Scienze della Vita
➢ l’accelerazione della transizione sostenibile in linea con il Piano Transizione 5.0, dei processi innovativi ad alto
contenuto tecnologico, dell’economia circolare verso un bilanciamento energetico ottimale tra fonti energetiche
sostenibili
➢ l’impatto in ricerca e innovazione, favorendo la nascita e lo sviluppo di startup e Pmi ad alto contenuto
tecnologico anche attraverso soluzioni finanziarie e servizi dedicati
➢ piano per l’Abitare Sostenibile, per facilitare la mobilità e l’attrazione dei talenti nell’industria italiana
Giuseppe Nargi, Direttore Regionale Campania, Calabria e Sicilia di Intesa Sanpaolo: “Il sistema economico
regionale è caratterizzato dalla presenza di Pmi molto dinamiche che rappresentano una componente
essenziale delle filiere industriali dell’intero Mezzogiorno e il rinnovato accordo con Confindustria, che mette a
disposizione delle imprese calabresi 2,5 miliardi di euro sui 40 complessivi del plafond relativo al Sud Italia, ci
permette di rafforzare il sostegno al tessuto produttivo della regione. Intesa Sanpaolo si rivolge a queste aziende
per aumentarne la competitività, sfruttando la leva strategica della Zona Economica Speciale Unica e offrendo
soluzioni di finanziamento dedicate per incentivare nuovi investimenti sostenibili”.
Aldo Ferrara, Presidente Unindustria Calabria: “Il rapporto tra Confindustria e Intesa Sanpaolo contribuisce da
tempo al consolidamento e all’evoluzione del sistema imprenditoriale italiano. Rinnovando questo accordo anche in
Calabria con un plafond consistente, aggiungiamo un altro importante tassello a quel percorso di sostegno agli
investimenti e all’ammodernamento delle imprese calabresi già intrapreso con gli strumenti messi a disposizione
dalla Regione Calabria attraverso Pnrr e PR 2021-27. Inserito nel più ampio quadro della Zes Unica del
Mezzogiorno, questo ulteriore strumento rappresenta l’occasione per aumentare la competitività delle imprese locali
e l’attrattività del sistema produttivo regionale rispetto a nuovi insediamenti e nuovi investimenti. Ciò, com’è chiaro,
si tradurrà anche in aumento occupazionale e in lavoro di qualità”.
Dopo i saluti di Aldo Ferrara, Presidente di Unindustria calabrese, Giuseppe Nargi, Direttore Regionale Campania,
Calabria e Sicilia di Intesa Sanpaolo, ha presentato i contenuti dell’accordo. A seguire, la relazione su “La ZES
Unica nel contesto dell’economia del Mezzogiorno e del territorio calabrese” di Massimo Deandreis,
Direttore Generale di SRM, centro Studi e Ricerche Mezzogiorno collegato a Intesa Sanpaolo e la tavola
rotonda moderata da Dario Lamanna, Direttore Unindustria Calabria, che ha visto gli interventi di Natale
Mazzuca Vicepresidente Confindustria per le Politiche Strategiche per sviluppo del Mezzogiorno e Giuseppe
Romano Coordinatore Struttura di Missione ZES Unica del Mezzogiorno.

Potenzialità e sfide per le imprese calabresi: le principali evidenze
A cura del Research Department Intesa Sanpaolo
Negli ultimi anni, le performance economiche del Mezzogiorno sono in recupero rispetto al Centro-Nord.
L’Indice sintetico dell’economia meridionale ha raggiunto quota 541,3, in aumento di circa 70 punti rispetto al
2019, con un recupero di quasi 3 punti nel differenziale con il Centro-Nord (da 51 a 48,1 p.p.).
Le leve di questa ripresa includono l’occupazione che cresce di 5,5 punti percentuali rispetto al 2019, l’export che
registra +30 punti percentuali rispetto al 2019 e gli investimenti, in forte accelerazione, con ulteriore spazio di
crescita. Le stime SRM per il 2024 indicano una crescita del PIL del +0,6%, con una dinamica confermata anche
per il 2025, ancora in linea con le medie nazionali grazie essenzialmente al ruolo degli investimenti.
Con il Mezzogiorno si rafforza anche il ruolo della Calabria: per il 2024 si stima una crescita del Pil calabrese
in linea con il dato medio del Paese (+0,5%), seppur lievemente inferiore rispetto al dato meridionale.
La regione esprime l’8,5% del Valore Aggiunto (vale a dire 34,9 mld €) complessivo del Mezzogiorno. La
struttura produttiva si caratterizza per un peso maggiore dell’agricoltura e dei servizi rispetto alla media
meridionale ma la manifattura gioca, comunque, un ruolo rilevante con 7.488 imprese, quasi 27mila occupati e
867 mln € di export.
La Calabria si trova oggi di fronte a una sfida storica, ma anche a un’opportunità concreta: valorizzare le sue
potenzialità economiche in chiave di sviluppo sostenibile e competitivo. In questo contesto, la ZES Unica
rappresenta uno strumento di politica industriale potente e innovativo, capace di trasformare in profondità il
tessuto produttivo della regione.

Non si tratta soltanto di misure fiscali o agevolazioni burocratiche, ma anche di un modello di crescita integrato,
che punta a rendere più attrattivo il territorio per nuovi investimenti, favorire la nascita di nuove imprese,
ampliare le dimensioni aziendali e rafforzare il tessuto imprenditoriale locale. L’obiettivo è chiaro: accrescere
la densità produttiva, generare economie di scala, innovare i processi e attrarre capitale umano qualificato.
Affinché si colgano tutte le opportunità, è importante la presenza di un ecosistema locale che supporti lo strumento
e contribuisca ad accrescere le probabilità di successo e le potenzialità di crescita.
Tali forze non mancano sul territorio. La Calabria si caratterizza per la presenza di diversi pilastri già in
evoluzione e potenzialmente rafforzabili grazie alla ZES:
1. Agroalimentare: 1,98 miliardi di euro di Valore aggiunto (6% del totale regionale) e un export internazionale
di 438,5 milioni di euro (di cui il 9% verso gli USA).
2. Turismo: caratterizzato da qualità e da un’internazionalizzazione in recupero. La permanenza media è superiore
alla media nazionale (4,6 notti contro 3,3), i turisti stranieri sono meno del 20% delle presenze complessive ma
in recupero rispetto al resto del territorio e le presenze in strutture di fascia alta (4 e 5 stelle) rappresentano il
58,1% della domanda. L’indice ICTR – indicatore calcolato da SRM a livello internazionale e che misura la
competitività turistica delle regioni – colloca la Calabria al 50° posto tra 98 regioni di Italia, Spagna, Francia e
Germania.
3. Economia del mare e ruolo dei porti: i “Mari Tirreno Meridionale e Ionio” rappresentano un asset economico
e logistico di rilevanza strategica, anche grazie alla presenza del Porto di Gioia Tauro, pivot di traffico
internazionale (1° porto italiano per traffico container e 2° per automotive).
4. Innovazione e capitale umano: in crescita il numero di PMI innovative (+86,2% rispetto al 2020) e un
ecosistema innovativo che si evolve. In Calabria, un esempio in tal senso è l’HARMONIC INNOVATION
GROUP (Holding che integra Entopan ed Eht) che punta a favorire un approccio integrato e multidisciplinare
ai temi dell’innovazione territoriale, sociale, tecnologica e digitale.
Perché questo strumento possa realmente dispiegare tutto il suo potenziale, è indispensabile anche il sostegno di un
ecosistema territoriale coeso e dinamico. Serve un ambiente fatto di istituzioni locali forti, infrastrutture moderne,
un sistema educativo e formativo orientato al mercato del lavoro, reti logistiche efficienti, supporto al credito e –
non ultimo – una visione condivisa tra pubblico e privato.
La consapevolezza condivisa è che la crescita non è un automatismo, ma il frutto di scelte strategiche, di
collaborazione tra attori diversi e della capacità di cogliere le opportunità quando si presentano. La ZES Unica è
una di queste. E la Calabria – con le sue risorse, i suoi talenti e i suoi settori strategici – ha tutte le carte in regola
per essere protagonista di questa stagione di rilancio



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