La cybersecurity nell’agenda delle aziende italiane


La cybersecurity sta entrando nell’agenza delle aziende italiane: il 52% prevede di aumentare gli investimenti nei prossimi due anni. La Survey Deloitte.

La cybersecurity sta entrando nell’agenda delle aziende italiane: il 52% prevede di aumentare gli investimenti per questa voce, nei prossimi due anni. A dirlo è la Global Future of Cyber Security Survey 2025, quarta edizione della ricerca Deloitte. Ecco cosa emerge.

La cybersecurity per le aziende italiane

La sicurezza informatica comincia a essere vista dagli imprenditori come una leva strategica per la competitività e la creazione di valore, come dimostra il suo ingresso tra i temi trattati nelle discussioni del board aziendale: nel 62% dei casi un tema affrontato su base mensile, nel 26% dei casi settimanalmente. Questo dimostra un atteggiamento proattivo nei confronti della sicurezza informatica, e una crescente strutturazione delle imprese per farvi fronte. In questo senso va anche la nuova direttiva Nis2 che attribuisce la responsabilità in azienda.

Per il 40% delle aziende è aumentato significativamente il coinvolgimento del Chief information officer (Ciso), il cui ruolo si struttura come quello di coordinatore in ambito cyber tra le diverse aree del business. Per questo, suggerisce la survey Deloitte, il Ciso in futuro sarà incaricato di fornire un orientamento strategico ai vertici aziendali, e non si limiterà più a gestire i piani di cybersecurity.

Il 70% dei manager intervistati in Italia si dichiara molto fiducioso del proprio board, in quanto a cybersecurity: una conferma della preparazione dei dirigenti su questo aspetto, a livello strategico.

La cybersecurity nelle aziende viene vista non solo come strumento di difesa delle infrastrutture digitali, ma come fattore abilitante nella digital transformation e per la competitività. In particolare, gli aspetti cruciali sono:
-protezione dei dati critici, degli asset e del know how aziendale
-reputazione agli occhi dei clienti
-integrazione tra trasformazione digitale e cybersecurity come strumento distintivo e di innovazione.

Gli ostacoli per la strategia cyber

Le persone sono importanti: il primo ostacolo nell’implementazione della strategia cyber percepito dalle aziende riguarda proprio il personale specializzato, ovvero la difficoltà ad assumerlo e trattenerlo.

La seconda barriera è costituita dalla capacità di conciliare le esigenze di cybersecurity con quelle di flessibilità e innovazione dell’impresa.

Cybersecurity e cloud

La necessità di gestire i sistemi cloud sollecita l’adozione di soluzioni di sicurezza avanzate, per rispondere ad attacchi sempre più sofisticati. Ecco le strategie più diffuse:

57% tecnologie di monitoraggio dei sistemi cloud su diversi componenti e soluzioni
44% attivazione di controlli sull’identità e la gestione degli accessi
41% implementazione di procedure e policy di sicurezza integrate

In questo modo le aziende riescono ad automatizzare i processi di sicurezza e condividere le informazioni sulle minacce, rafforzando così la governance.

La sfida dell’intelligenza artificiale

Rischi e opportunità: l’intelligenza artificiale generativa e i large language models (llm) pongono entrambe le sfide per la sicurezza digitale.

I rischi che le imprese individuano come più significativi sono:
50% Una governance inadeguata delle iniziative GenAI
44% La necessità di sviluppare controlli efficaci sulle interazioni tra umani e sistemi GenAI
43% Il possibile inquinamento degli output a causa della manipolazione delle banche dati usate per l’addestramento degli algoritmi.

Tra le potenzialità ci sono:
94% la possibilità di rispondere più velocemente alle minacce informatiche
92% La possibilità di monitorare continuamente l’integrità dell’infrastruttura digitale
89% L’analisi di serie storiche e dati in tempo reale per comprendere pattern complessi e individuare attacchi inediti.

La base della survey Deloitte

La survey Deloitte si basa sulle opinioni di oltre 1.200 executive e c-level in ambito cyber, a livello globale, inclusi 54 top manager italiani attivi in grandi aziende di settori diversi.

 

 

 

 

 





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