Il sistema bancario sembra evolversi in una sorta di algoritmo, incidendo negativamente sulle piccole e medie imprese, oltre che sulle famiglie e sui soggetti più fragili. In un’intervista rilasciata ad Adnkronos, Paolo Ferrè, membro della giunta e del consiglio di Confcommercio Nazionale e responsabile delle politiche del credito, ha evidenziato l’importanza di una vigilanza attenta sulle operazioni che mirano a consolidare il rischio bancario.
Un approccio attento alle aggregazioni bancarie
Il responsabile confcomercialista ha sottolineato che le misure adottate, come il golden power sull’operazione Unicredit-Banco BPM, rappresentano un passo nella giusta direzione. Questa scelta mira a garantire che i cambiamenti strutturali all’interno del sistema bancario non penalizzino ulteriormente le piccole realtà imprenditoriali, già in difficoltà per l’assenza di sportelli bancari e di rapporti diretti con le banche.
Le conseguenze di una gestione meccanica
Ferrè ha espresso grande preoccupazione riguardo al rischio di un sempre più marcato restringimento dell’accesso al credito per le imprese, in particolare per quelle micro e piccole. Ha evidenziato che oltre il 95% delle imprese italiane impiega meno di nove persone, illustrando così la frammentazione e la diffusione territoriale del tessuto imprenditoriale nel nostro Paese. Le operazioni di aggregazione, eseguite sulla base di criteri algoritmici, rischiano di accentuare questa restrizione, con effetti negativi non soltanto sul mondo imprenditoriale, ma anche sulla popolazione locale.
Il progressivo allontanamento dalle comunità
Il numero di sportelli bancari è in costante diminuzione: dal 2010 al 2023 si è registrato un calo significativo, con numerosi Comuni privati di un punto di riferimento bancario. La riduzione dei dipendenti bancari e il conseguente isolamento degli sportelli comportano un danno sociale evidente, soprattutto per le famiglie e per i soggetti in difficoltà economica. Tali mutamenti hanno portato a situazioni in cui le imprese si trovano in contesti con un accesso ridotto o inesistente ai servizi bancari tradizionali.
L’impatto sugli intermediari e sul sistema dei confidi
Un ulteriore rischio risiede nel fatto che le banche tradizionali sembrano scivolare nella gestione algoritmica del credito, affidandosi a indicatori semaforici che sostituiscono l’approfondita conoscenza storica delle imprese, un tempo fondamentale per il rilascio di finanziamenti. I confidi, da sempre radicati sul territorio e in grado di valutare con attenzione la storia di ogni impresa, sono ora messi in secondo piano rispetto alle grandi istituzioni finanziarie. Per questo, è indispensabile che le autorità preposte alla vigilanza intervengano per garantire un equilibrio che non escluda le realtà meno abbienti o fragile.
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