Federmeccanica, nel I trimestre produzione +0,7%, ma su anno calo del 5,8%. L’80% delle imprese teme gli effetti dei dazi. E sul contratto: momento un po’ complesso


Presentata oggi a Roma presso l’Hotel Nazionale in Piazza Monte Citorio, la 174° Indagine Congiunturale di Federmeccanica rileva un quadro di luci e ombre. Nel primo trimestre dell’anno, infatti, i volumi di produzione dell’industria metalmeccanica sono mediamente aumentati dello 0,7% rispetto al precedente trimestre (quando invece c`era stato un calo congiunturale dell`1,8%) ma, rispetto allo stesso periodo del 2024, l`attività settoriale si è confermata negativa con una contrazione del 5,8%.

Nell`Unione Europea, la produzione metalmeccanica, pur evidenziando un`attenuazione delle dinamiche negative (in questi primi tre mesi dell`anno la flessione congiunturale è stata dello 0,2% in risalita dal -2,7% segnato nel primo trimestre 2024) continua a riscontrare delle difficoltà produttive nei principali paesi membri. In Spagna, infatti, nel primo trimestre, il calo è stato dell`1,9% rispetto al precedente, mentre in Francia è stato molto più modesto (-0,2%). Germania e Italia hanno, invece, segnato variazioni congiunturali positive rispettivamente pari a +0,4% e +0,7%.

L`export complessivo del nostro Paese, in questi primi tre mesi dell`anno, segna una leggera ripresa, ma sulle prospettive “incombe, in particolar modo, la politica commerciale degli Stati Uniti con l`introduzione di nuovi dazi, non solo per gli effetti diretti sulle nostre esportazioni, ma anche per quelli indiretti attraverso i nostri principali partner commerciali”.

Nel primo trimestre 2025, l`export del settore metalmeccanico è cresciuto dell`1,3% nel confronto con l`analogo periodo dell`anno precedente e l`import del 2,1%, determinando un avanzo commerciale di 11,2 miliardi di euro nel periodo.

Con riferimento ai mercati di sbocco, le vendite all`estero di prodotti metalmeccanici sono aumentate in misura più marcata per i flussi diretti sui mercati extracomunitari (+1,6% nel confronto con il primo trimestre 2024) rispetto a quelli verso i paesi Ue (+1,1%). Nell`area comunitaria sono riprese le esportazioni verso la Germania (+7,1% rispetto all`analogo periodo dell`anno precedente), mentre nell`area extra Ue si confermano negative quelle verso gli Stati Uniti (-1,1%).

Sensibili al tema, l`80% delle imprese del settore metalmeccanico teme impatti negativi dalle nuove misure protezionistiche. Il timore principale è quello di perdere quote di export (27% dei casi). C’è poi la preoccupazione di incontrare difficoltà nelle catene di approvvigionamento (24%) e quindi quella di un aumento della pressione competitiva sul mercato europeo per il potenziale reindirizzamento di prodotti non più totalmente assorbiti dal mercato USA (23%). Nel 20% dei casi si teme una perdita di competitività e nel 6% delle restanti risposte sono state dichiarate altre conseguenze (incremento costi energetici/materie prime, incertezza/indebolimento dei mercati, ecc.).

Germania e Stati Uniti si confermano i principali mercati di sbocco, ma il 60% valuta di diversificare l`export per fronteggiare eventuali difficoltà commerciali.

Se da un lato per l’industria metalmeccanica italiana si registra un’attenuazione della fase negativa osservata nella precedente rilevazione ed è attesa una ripresa, seppur modesta, della produzione, sia totale sia per l`estero, dall`altro è prevista una contrazione dell`occupazione. Il 14% delle imprese intervistate, in discesa dal precedente 17%, pensa di accrescere la propria forza lavoro contro il 19% che, invece, pronostica ridimensionamenti (era il 14% a fine dicembre).

Il 28% delle imprese intervistate ha dichiarato una diminuzione delle consistenze in essere del portafoglio ordini a fronte del 24% di quelle che, invece, hanno registrato un aumento. Sale al 55% (era il 50% a fine dicembre) la quota delle imprese intervistate che pensa di mantenere stabile i propri volumi di produzione. Il 26% prevede aumenti contro il 19% che, al contrario, prospetta diminuzioni. Aumenta al 12%, la percentuale di imprese che valuta “cattiva o pessima” la situazione della liquidità aziendale. E’ pari al 68% la quota di imprese che non intende usufruire degli incentivi “Piano Transizione 5.0”. Di queste poco meno metà per “mancata rispondenza alle esigenze aziendali”.

Ma il nodo principale resta quello del contatto. Ferma l’intenzione di Federmeccanica di procedere al rinnovo, ma “ci deve essere disponibilità anche a discutere che fanno le altre parti”. Così il direttore generale Stefano Franchi, che non ha negato le difficoltà della trattativa parlando di “momento un po’ complesso”. “Avevamo presentato una proposta, poi definita contro-piattaforma, ma non è contro nessuno” e “questa proposta non è stata neanche discussa. Noi non abbiamo rotto la trattativa”.



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