Confindustria chiede sostegno governo per far fronte a costi energia, dazi Usa


di Giuseppe Fonte e Angelo Amante

ROMA (Reuters) – Confindustria chiede al governo Meloni miliardi di euro per aiutare le imprese a far fronte agli alti costi dell’energia e all’impatto della politica commerciale Usa.

Parlando all’assemblea annuale di Confindustria a Bologna, il presidente Emanuele Orsini ha detto che l’Unione Europea dovrebbe permettere agli Stati membri di aumentare la spesa per incrementare gli investimenti senza violare le regole fiscali del blocco.

Orsini ha sottolineato che bisogna agire subito per ridurre i costi dell’energia perché la situazione per le imprese sta diventando “insostenibile”.

L’anno scorso, il prezzo medio dell’elettricità in Italia ha raggiunto i 109 euro per megawattora, quasi il doppio rispetto alla Francia.

Il pacchetto di aiuti potrebbe essere finanziato dal Pnrr e dai fondi Ue di coesione, ha suggerito.

In uno scenario di incertezza alimentato dalla possibile guerra commerciale tra Stati Uniti ed Europa, Orsini ha detto che il governo dovrebbe stanziare 8 miliardi di euro per tre-cinque anni in agevolazioni fiscali per consentire alle imprese di aumentare gli investimenti.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenuta poco dopo, ha detto che l’alto costo dell’energia è “la questione più urgente da affrontare” ma ha aggiunto che “spendere denaro pubblico non può essere la soluzione”.

Confindustria ha chiesto spesso tagli fiscali alle imprese e sussidi statali, mentre le sue aziende associate mostrano scarsa disponibilità a concedere aumenti salariali ai lavoratori. Gli stipendi italiani sono al di sotto del livello del 1990 al netto dell’inflazione.

Meloni ha detto anche che il governo sta studiando il mercato dell’energia per verificare che gli alti prezzi non siano dovuti alla speculazione.

Ha aggiunto che l’Italia sta discutendo con le autorità europee modi alternativi per spendere fino a 15 miliardi di euro di fondi Ue già stanziati, al fine di rilanciare la produttività.

Roma si è impegnata a portare il deficit al di sotto del tetto del 3% del Pil nel 2026, partendo dal 3,8% con cui ha archiviato il 2024.

Nel suo intervento il presidente di Confindustria ha anche segnalato la necessità di accelerare sugli accordi di libero scambio con una serie di Paesi, dato il clima di forte incertezza determinato dalle politiche commerciali dell’amministrazione Usa.

(In redazione Claudia Cristoferi, editing Antonella Cinelli)



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