L’analisi congiunturale di Federlazio descrive l’esito dello scorso anno e le attese per il 2025 nonostante alcune incertezze del quadro economico.
Dopo un ultimo anno nell’economia locale in linea con il quadro nazionale in cui la domanda interna fiacca è stata compensata dalla crescita dell’export è essenziale per gli imprenditori medi e piccoli fissare alcuni punti per orientare scelte ed investimenti.
Federlazio ha ascoltato nei primi tre mesi dell’anno un campione di 500 imprese e ne ha aggiunto cento ad aprile con un focus sui dazi.
Il 67% ritiene poco probabile sostituire il mercato americano con altre aree. Nel 41% dei casi lo stato dell’arte sui dazi appare critico.
Chiedono dialogo diplomatico con Trump (42%) e sostegno alle imprese esportatrici anche nel credito.
Per questa ragione il presidente di Federlazio, Alessandro Sbordoni, reclama politiche di sistema per aiutare le imprese, in particolare quelle manifatturiere anche perché “in questi mesi le PMI della nostra regione hanno dimostrato una straordinaria capacità di resilienza e adattamento, riuscendo a sostenere la crescita occupazionale e a mantenere attivi gli investimenti nonostante il contesto economico globale complesso e incerto”.
Tuttavia nonostante i dazi spira ancora un refolo di ottimismo.
Se il fatturato e l’occupazione restano stabili nel 43,2% dei casi, chi pensa ad un aumento del giro d’affari supera di dodici punti chi lo ipotizza in calo (34,3% vs 22,4%).
Un fattore di rischio passa anche dalla difficoltà di reperire manodopera, in particolare operai specializzati. “Questo fenomeno – sottolinea il direttore generale di Federlazio, Luciano Mocci – costituisce un’ipoteca significativa sulla possibilità di sostenere il processo di innovazione e la diffusione delle applicazioni digitali”.
Oltre la metà degli intervistati esprime un giudizio positivo sull’intelligenza artificiale.
Nel servizio di Lazzaro Pappagallo l’intervista al direttore generale di Federlazio, Luciano Mocci.
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