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Calo dei prezzi di benzina e diesel a giugno: le previsioni


Secondo Goldman Sachs entro la metà del 2025 i prezzi dei carburanti potrebbero subire un calo significativo, a causa di vari fattori legati principalmente alle decisioni dell’Opec+ riguardanti la produzione di greggio e alla possibile recessione globale.

Nel mondo dell’energia, infatti, come riporta quifinanza le previsioni sul prezzo del petrolio sono un tema centrale per milioni di consumatori, imprese e governi, poiché influenza l’andamento dei prezzi della benzina e del diesel insieme ad altri fattori, tra cui le decisioni politiche, le dinamiche di mercato e le previsioni globali sul futuro delle risorse energetiche.

Goldman Sachs, una delle principali banche di investimento globali, il 6 maggio 2025 ha ridotto le proprie previsioni relative al prezzo del petrolio per la seconda metà del 2025, dopo le decisioni dell’Opec+ riguardo l’aumento della produzione di greggio.

L’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio e i suoi alleati hanno infatti deciso di incrementare la produzione per cercare di stabilizzare i mercati e rispondere alla domanda globale che, nonostante la forte crescita nei mercati emergenti, sta mostrando segnali di rallentamento.

Questo intervento, che inizierà a influenzare i mercati nei prossimi mesi, potrebbe ridurre i prezzi del petrolio, portando a una conseguente discesa dei prezzi di benzina e diesel.

La previsione di Goldman Sachs indica che il prezzo del Brent, uno dei principali riferimenti per il mercato globale, potrebbe scendere fino a una media di 60 dollari al barile nel 2025, con una discesa ancora maggiore per il West Texas Intermediate (WTI), che potrebbe scendere a 56 dollari al barile.

Un calo così significativo, pari a circa 2-3 dollari rispetto alle precedenti stime, è direttamente correlato alla decisione degli Opec+ di accelerare l’aumento della produzione di petrolio.

Ma perché l’aumento della produzione da parte dell’Opec+ potrebbe portare a una riduzione dei prezzi?

La risposta risiede nel principio economico base della domanda e offerta: quando l’offerta di petrolio aumenta, in assenza di un incremento equivalente della domanda, i prezzi tendono a diminuire.

Inoltre, secondo gli esperti, c’è un altro fattore che pesa sul prezzo del petrolio e che potrebbe influenzare i costi dei carburanti in maniera più marcata, ovvero: la possibilità di una recessione globale.

Goldman Sachs ha sottolineato che l’incertezza economica globale, infatti, rischia di rallentare ulteriormente la domanda di energia.

La recessione, o comunque un rallentamento significativo delle economie globali, porterebbe a una riduzione della domanda di petrolio e, di conseguenza a un abbassamento dei prezzi.

Le previsioni di Goldman Sachs, se confermate, avranno un impatto diretto sui prezzi dei carburanti. In Italia, come in molti altri Paesi, il prezzo della benzina e del diesel è strettamente legato all’andamento del prezzo internazionale del petrolio.

Con un prezzo del Brent che si attesta intorno ai 60 dollari al barile, ci si aspetta che i prezzi alla pompa possano iniziare a scendere a partire dalla seconda metà del 2025.

Se la tendenza al ribasso dovesse proseguire, il calo dei prezzi del carburante potrebbe arrivare a incidere direttamente sul portafoglio degli automobilisti, con effetti positivi anche per il settore dei trasporti, che potrebbe beneficiare di costi operativi più bassi.

Inoltre, una riduzione dei costi per il carburante potrebbe alleviare la pressione inflazionistica che grava sulle famiglie, liberando risorse per altri consumi.

Questo fenomeno avrà implicazioni non solo per i consumatori, ma anche per l’intero settore energetico, e dunque sui prezzi di gas ed elettricità, e per l’economia globale, che potrebbe trarre beneficio dalla maggiore disponibilità di energia a prezzi più contenuti.





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