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La Liberazione, un nuovo inizio per l’economia delle nostre imprese


di Paolo Longobardi, Presidente onorario Unimpresa

Il 25 aprile non è solo una data, ma un simbolo. Ottant’anni fa, l’Italia si liberava dall’oppressione, riconquistando la libertà e aprendo la strada a una rinascita che, pur tra mille difficoltà, ha fatto del nostro Paese una delle grandi economie del mondo. Oggi, mentre celebriamo la Festa della Liberazione, dobbiamo guardare a quella data non solo come un ricordo, ma come un invito a liberarci dalle catene che ancora frenano il nostro potenziale: burocrazia, incertezza normativa, accesso al credito, e una transizione ecologica che rischia di pesare come un macigno sulle spalle delle nostre micro, piccole e medie imprese.

Le pmi, che rappresentano il 99% del tessuto produttivo italiano e generano oltre il 70% dell’occupazione, sono il nostro esercito silenzioso. Come i partigiani di allora, combattono ogni giorno su un terreno accidentato, fatto di costi energetici alle stelle, ritardi nei pagamenti e una competizione globale sempre più spietata. Eppure, è proprio da loro che può partire una nuova liberazione economica. La libertà di innovare, di crescere, di competere senza lacci inutili.

La Liberazione del 1945 fu anche l’inizio di una straordinaria stagione di ricostruzione. Le piccole imprese di allora, spesso a conduzione familiare, furono il motore di quel miracolo economico. Oggi, in un contesto radicalmente diverso, serve lo stesso spirito. La transizione digitale e green, se ben gestita, può essere il nostro piano Marshall. Ma non possiamo lasciare le pmi sole. Servono incentivi mirati, non elemosine: credito d’imposta per gli investimenti in tecnologia, semplificazione amministrativa reale, e un sistema fiscale che premi chi rischia e crea lavoro.

Pensiamo, a esempio, alle microimprese, spesso artigiane, che faticano a digitalizzarsi per mancanza di risorse o competenze. O alle medie imprese, che devono affrontare i costi della sostenibilità senza perdere competitività. La Liberazione che celebriamo oggi ci insegna che il coraggio collettivo può cambiare la storia. Ecco perché Unimpresa chiede un patto nazionale per le pmi: un tavolo tra governo, associazioni di categoria e banche per costruire un’agenda concreta, che trasformi le difficoltà in opportunità.
La libertà non è mai un regalo, ma una conquista. Le nostre imprese lo sanno bene. Questo 25 aprile, ricordiamo che liberare l’Italia significa anche liberare le sue energie migliori: quelle di chi, ogni mattina, alza la saracinesca e costruisce il futuro. Facciamo in modo che la loro lotta diventi la vittoria di tutti.

Ufficio Stampa Unimpresa
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