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il governo punta a diversificare e riconvertire


Il settore automotive europeo si trova a un bivio cruciale, stretto tra le rigide normative comunitarie, la concorrenza sempre più aggressiva e le minacce derivanti dai possibili dazi americani e dalla sovrapproduzione cinese. A sottolinearlo è stato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenendo al Tavolo Automotive in corso a Palazzo Piacentini.

Secondo il ministro, il Green Deal ha accelerato la deindustrializzazione del continente, imponendo una riflessione urgente sulla strategia da adottare per garantire la sopravvivenza del comparto. «Siamo a un punto di svolta decisivo per la sopravvivenza del settore automotive in Europa, stretto tra regole folli che ne minano la competitività e una concorrenza globale sempre più aggressiva», ha dichiarato Urso.

In questo scenario, il governo italiano punta a una transizione industriale che non si limiti alla decarbonizzazione, ma che offra anche nuove opportunità alle imprese e ai lavoratori. «Siamo un governo responsabile: il nostro obiettivo è mettere in sicurezza le imprese e tutelare i lavoratori. Per questo incentiviamo le aziende della filiera automotive a diversificare e riconvertire le proprie attività verso settori ad alto potenziale di crescita, come la difesa, l’aerospazio, la blue economy e la cybersicurezza», ha spiegato il ministro.

Urso ha annunciato l’insediamento di un tavolo specifico con le imprese e le Regioni per gestire questa transizione, puntando su comparti in espansione e ad alta redditività, in cui l’Italia vanta già eccellenze riconosciute a livello nazionale ed europeo.

Sul fronte delle misure concrete, il ministro ha ribadito la necessità di un piano di incentivi a livello europeo per sostenere la domanda di veicoli ecologicamente sostenibili. «Abbiamo chiesto per primi all’Europa che un piano incentivi alla domanda sia realizzato a livello europeo, in modo omogeneo e costante, per l’acquisto di veicoli ecologicamente sostenibili, non necessariamente elettrici, e questa nostra indicazione si sta facendo strada a Bruxelles», ha sottolineato Urso.

Un’ulteriore spinta arriverà dallo sportello per i Contratti di Sviluppo dedicato alle filiere strategiche, a partire proprio dall’automotive, che aprirà l’8 aprile con una dotazione di 500 milioni di euro. Inoltre, le risorse pubbliche a cui Stellantis ha deciso di rinunciare verranno destinate principalmente al sostegno degli investimenti delle imprese della componentistica, anche nell’ottica della diversificazione produttiva.

Le parole del ministro delineano una strategia ambiziosa: garantire la transizione senza sacrificare il tessuto industriale del Paese, spostando il focus su settori ad alta crescita e competitività. Un cambio di rotta che potrebbe determinare il futuro dell’industria italiana nell’era della transizione ecologica e digitale.







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