Nel 2025 la Liguria ha registrato una crescita economica dell’1,4%, superando sia la media nazionale, ferma allo 0,9%, che quella del Nord-Ovest, pari all’1%. Anche il percorso di ripresa post-pandemia si è rivelato più rapido rispetto al resto del Paese: tra il 2019-2020 e il 2022-2023 il Pil reale regionale è salito del 17,6%, contro il 16,5% della media italiana. Questi dati evidenziano una performance solida, accompagnata da un tasso di occupazione giovanile superiore alla media nazionale e da un significativo incremento della digitalizzazione nelle imprese private (+23,8%). Tuttavia, la regione riscontra ancora ritardi nella digitalizzazione del settore pubblico e un impegno limitato nelle politiche di sostenibilità ambientale.
Lo studio “Why Liguria”, presentato da Deloitte presso il Palazzo della Borsa di Genova, offre un’analisi approfondita dell’economia regionale, con un focus su occupazione, investimenti e produttività settoriale. Francesco Iannamorelli, partner Deloitte, ha illustrato i risultati dell’indagine, condotta dal centro di competenza Deloitte Economics. Questo osservatorio analizza le principali tendenze di mercato per supportare le strategie aziendali e la crescita economica.
Valeria Brambilla, amministratrice delegata di Deloitte & Touche, ha commentato: “I dati emersi dal nostro studio confermano che la Liguria attraversa una fase di crescita economica positiva. La forte redditività degli investimenti e l’accelerazione nella digitalizzazione delle imprese rappresentano fattori chiave per attrarre nuovi capitali e rafforzare la competitività del territorio”.
Nonostante i risultati incoraggianti, permangono delle criticità che potrebbero frenare le potenzialità della regione. Eugenio Puddu, Senior Partner Deloitte e responsabile dell’ufficio di Genova, ha sottolineato che “esistono ancora margini di miglioramento, soprattutto in termini di digitalizzazione della pubblica amministrazione e di efficienza di alcuni settori strategici, come l’industria alimentare e i trasporti”. Interventi mirati su questi aspetti potrebbero consolidare ulteriormente il ruolo della Liguria come polo economico attrattivo.
Dal report emerge che alcuni settori trainanti, come il trasporto marittimo, il commercio e parte del manifatturiero, si confermano punti di riferimento sia per il Nord-Ovest che per il panorama italiano. Marco Vulpiani, Senior Partner Deloitte e Head of Deloitte Economics, ha dichiarato: “Lo studio, in linea con i precedenti svolti, conferma la ricchezza e la peculiarità delle nostre singole regioni”. Per quanto riguarda la Liguria, l’analisi evidenzia il ruolo strategico di comparti come il trasporto marittimo e la riparazione di imbarcazioni.
Sul fronte dell’occupazione, il tasso di impiego giovanile in Liguria si colloca sopra la media nazionale sia nella fascia 15-24 anni (23,6% contro il 20,4%) che in quella 25-34 anni (73,6% contro il 68,1%). Risultati migliori emergono anche tra i giovani senza titolo di studio (50,6% rispetto al 44,7%), diplomati (71,4% contro 66,8%) e laureati (83,8% rispetto a 81,6%).
Per quanto riguarda la digitalizzazione, le imprese liguri hanno registrato un’accelerazione significativa, con un aumento del 23,8% nel numero di aziende digitalizzate, rispetto al 9,4% della media italiana e al 10,5% del Nord-Ovest. Tuttavia, gli enti pubblici locali mostrano performance meno brillanti. La diffusione della fibra ottica e dei servizi di cloud computing rimane inferiore alla media nazionale, evidenziando la necessità di interventi mirati.
Il PNRR rappresenta una leva importante per lo sviluppo della regione, con bandi dedicati anche a tematiche ESG e dotazioni finanziarie superiori alla media nazionale. Nonostante questo, l’impegno delle imprese liguri nell’implementazione di politiche di sostenibilità è inferiore alla media italiana (0,27% contro 0,34%). Un maggiore coinvolgimento in questo ambito potrebbe aprire nuove opportunità di investimento e rafforzare il tessuto economico.
La Liguria si conferma inoltre un polo strategico per gli investimenti, con un ritorno sugli investimenti superiore alla media nazionale in settori come l’industria tessile, l’alloggio e la ristorazione, e la fabbricazione di mezzi di trasporto. Anche il settore sportivo e delle infrastrutture ha attirato l’interesse internazionale. Negli ultimi anni, le principali squadre di calcio regionali sono passate sotto il controllo di investitori esteri per un totale di circa 100 milioni di euro. Nel settore portuale e aeroportuale, si segnalano operazioni significative come l’acquisizione del Porto Mirabello da parte del gruppo greco D-Marin e la partecipazione di MSC nell’Aeroporto di Genova.
Il porto di Genova, in particolare, si distingue come hub strategico per il commercio internazionale, con una ripresa del traffico commerciale (+29,4%) e passeggeri (+208%) superiore alla media nazionale. Anche il traffico container ha registrato un rimbalzo (+17,7%) ben al di sopra dei principali porti europei come Rotterdam (+2,5%) e Amburgo (+5%).
Infine, il report evidenzia che i settori del trasporto marittimo e del Food & Beverage rappresentano i principali traini economici della Liguria. Vi sono inoltre margini di sviluppo nella filiera alimentare e nel settore della logistica, che potrebbero beneficiare ulteriormente dal processo di digitalizzazione.
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