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Cgia: lo Stato deve ancora 58,6 miliardi alle imprese


Nel panorama economico europeo, l’Italia detiene un primato poco invidiabile: è il Paese con il debito commerciale più alto rispetto al Pil. A rivelarlo è l’ultimo studio dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre, che ha analizzato i pagamenti mancanti delle Pubbliche Amministrazioni alle imprese. Nel 2023, lo Stato ha accumulato debiti pari a 58,6 miliardi di euro, cifra che continua a crescere dal 2020 e che corrisponde a ben 2,8 punti percentuali del Pil nazionale.

Questo dato pone l’Italia in cima alla classifica dei Paesi Ue, con un debito commerciale ben superiore rispetto a quello di altri Stati membri. Al confronto, Belgio (2,7%) e Lussemburgo (2,4%) sono distanti, mentre Spagna, Francia e Germania presentano percentuali decisamente più basse, rispettivamente dello 0,9%, 1,6% e 1,9%.

L’indagine evidenzia come, nonostante l’aumento delle transazioni pagate entro i termini, il problema persista. Nel 2023, infatti, su 30,5 milioni di fatture ricevute dalle amministrazioni pubbliche, per un valore complessivo di 185,1 miliardi di euro, sono stati pagati solo 174,5 miliardi, lasciando un buco di 10,6 miliardi. Un anno prima, la cifra era di 9 miliardi, segno di un trend in crescita.

Secondo la Cgia, la situazione potrebbe peggiorare con l’attuazione del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), dato che le opere pubbliche legate al piano potrebbero incrementare ulteriormente l’entità dei pagamenti mancati. Inoltre, l’analisi dell’Indice di Tempestività dei Pagamenti sui ministeri italiani rivela che 7 su 15 ministeri pagano le fatture in ritardo, con il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale che registra un ritardo medio annuo di 13,13 giorni.

Mentre alcuni ministeri come Ambiente, Università e Ricerca e Made in Italy sono più tempestivi, il quadro complessivo rimane preoccupante, soprattutto per le imprese che si trovano a fare i conti con questi debiti.





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