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il piano di Ursula von der Leyen in 5 punti, cosa prevede il riarmo europeo da 800 miliardi


L’Europa si prepara a un massiccio piano di riarmo con l’iniziativa “Rearm Europe“, presentata dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. In un momento di crescente instabilità geopolitica, la Commissione propone un investimento senza precedenti per rafforzare la difesa e garantire la sicurezza del continente. Con uno stanziamento complessivo di 800 miliardi di euro, il piano si articola in cinque punti chiave che puntano a mobilitare fondi pubblici e privati, aumentare la cooperazione tra gli Stati membri e potenziare le capacità militari dell’UE.

Von der Leyen ha sottolineato che il contesto geopolitico attuale richiede un cambio di paradigma: “L’Europa deve assumersi una maggiore responsabilità per la propria sicurezza“. Secondo la presidente della Commissione, l’Unione Europea non può più affidarsi esclusivamente al supporto degli Stati Uniti e della NATO, ma deve sviluppare una propria capacità di difesa indipendente e autonoma.

1. Clausola nazionale di salvaguardia

Il primo punto prevede l’attivazione della clausola di salvaguardia nazionale nel Patto di Stabilità e Crescita. Questa misura consentirà agli Stati membri di aumentare le spese per la difesa senza incorrere nelle sanzioni per disavanzi eccessivi. Secondo la Commissione, se i Paesi dell’UE incrementassero la spesa militare dell’1,5% del PIL, si potrebbero liberare quasi 650 miliardi di euro in quattro anni, garantendo una maggiore flessibilità di bilancio per la sicurezza.

2. Un nuovo strumento UE da 150 miliardi di euro in prestiti

Il secondo pilastro del piano riguarda la creazione di un fondo di prestiti agevolati per gli Stati membri, del valore di 150 miliardi di euro. Questi fondi saranno destinati all’acquisto congiunto di sistemi di difesa strategici, tra cui sistemi missilistici, droni, artiglieria avanzata e soluzioni di guerra elettronica. L’obiettivo è aumentare l’efficienza degli investimenti, ridurre i costi e rafforzare l’interoperabilità delle forze armate europee.

3. Mobilitazione del bilancio UE per la difesa

Il terzo punto prevede un maggiore utilizzo del bilancio comunitario per finanziare la spesa per la difesa. Von der Leyen ha proposto che gli Stati membri possano destinare risorse provenienti dai programmi di coesione per investimenti nel settore militare. Questa iniziativa potrebbe portare alla mobilitazione di 800 miliardi di euro per rafforzare la resilienza europea e consolidare la sicurezza a lungo termine del continente.

4. Mobilitazione del capitale privato

Oltre agli investimenti pubblici, il piano mira a coinvolgere il settore privato. La Commissione intende incentivare le imprese europee ad accedere a finanziamenti per sviluppare e produrre nuove tecnologie militari. La Banca Europea per gli Investimenti (BEI) avrà un ruolo chiave nel facilitare il credito alle aziende del settore della difesa.

5. Rafforzamento dell’Unione dei mercati dei capitali

L’ultimo punto del piano riguarda il potenziamento dell’Unione dei mercati dei capitali, per garantire che i risparmi europei vengano investiti all’interno dell’UE. Questa misura potrebbe attrarre centinaia di miliardi di euro di investimenti aggiuntivi ogni anno, potenziando la competitività industriale e tecnologica del blocco europeo.

Reazioni e sfide politiche

Il piano “Rearm Europe” ha ricevuto reazioni contrastanti tra i leader europei. Mentre molti Stati membri si sono mostrati favorevoli, l’Ungheria di Viktor Orban si oppone a un aumento degli aiuti militari all’Ucraina, in linea con la posizione annunciata dal presidente americano Donald Trump. Questo potrebbe rappresentare un ostacolo per l’adozione unanime del piano da parte del Consiglio Europeo.

Un nuovo capitolo per la difesa europea

L’iniziativa “Rearm Europe” rappresenta dunque  un passo decisivo verso un’Europa più forte e autonoma dal punto di vista militare. Se adottato nella sua interezza, il piano potrebbe trasformare radicalmente il settore della difesa europeo, rafforzando la sicurezza collettiva e consolidando la posizione dell’UE nello scenario internazionale.

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